RAPPORTO TRA IMMAGINE E SUONO NEL NUOVO TEATRO MUSICALE
regia
di ROMEO CASTELLUCCI ( Socìetas Raffello Sanzio)
dal
17 ottobre al 9 novembre 2015 all’Opéra Bastille di Parigi
direttore
d'orchestra: Philippe
Jordan,direttore stabile dell'Opéra di Parigi.
Si
tratta di un'opera (per voci soliste multiple, cori multipli e
orchestra) mai portata a
termine da Schönberg, iniziata
nel 1930e lasciata incompiuta nel 1932: comprende infatti solo due
atti completi e un intermezzo, mentre del terzo atto c'è solo il testo
letterario senza musica. Andò in scena per la prima volta come opera nel 1957 a
Zurigo. La regia di questa edizione all'Opéra Bastille di Parigi era inizialmente
destinata a Patrice Chéreau, morto nel 2013, poi l'incarico è passato a
Castellucci, autore nel gennaio 2015 del lavoro teatrale Go Down Moses, con musiche di Scott Gibbons ( qui il titolo evocava
il celebre canto spiritual degli schiavi neri
d’America, che si identificavano con il popolo ebraico, in quanto preveggenza
del loro ritorno all’Africa). Qui la trama di Mose
und Aron su wikipedia.
Dice Castellucci che,
per comprendere quest'opera, ha preso spunto dalle parole che Mosè pronuncia alla fine dell'opera, quando si
rende conto della sua mancanza di parole: O
Wort, du Wort, das mir fehlt! O
parola, parola che mi manca ! Questo
il link, se si vuole
leggere o scaricare in pdf tutto
il libretto. Secondo il regista i due fratelli, Mosè e
Aronne, sono le due facce
di una medesima persona
spezzata in due: Mosé a cui
manca la parola e Aronne caratterizzato da una plètora di azioni. Terzo
personaggio, fondamentale o forse unico grande personaggio di quest'opera il
popolo di Israele, personificato nell'immenso coro, un popolo
"sradicato", un popolo in uscita, in esodo, senza radici.
Breve
nota su Schönberg: compositore
austriaco di famiglia
ebraica, poi naturalizzato statunitense, nacque a Vienna nel 1874 e nel 1933,
quando i nazisti ascesero al potere, iniziò l'esperienza dell'esilio, dapprima
a Parigi, poi a Boston e a New York e infine in California, dove si stabilì
definitivamente. A Parigi si riavvicinò all'ebraismo (dal quale si era
allontanato nel 1898 per convertirsi al protestantesimo) ed ebbe come testimone
di tale riconversione il pittore di origine russa Marc Chagall. Morì a Los Angeles nel
1951. E' noto per essere stato l'inventore nel 1923, del Metodo di composizione con dodici
note, con cui l'autore ha infranto l'armonia tonale. Il serialismo o dodecafonia,
come fu definito il nuovo metodo, parte da un presupposto abbastanza semplice:
invece che su una sola tonalità, la composizione si sviluppa su una serie di
toni. I dodici suoni della gamma cromatica (la scala cromatica comprende i 12 semitoni tra una nota e
l'altra, mentre la scala diatonica comprende solo le 7 note) vengono
organizzati in una serie che, liberamente concepita dal compositore, costituisce
la matrice dell’intera opera.
La
serie rappresenta dunque il principio ordinatore di tutta la costruzione
musicale, così come un tempo lo erano la tonalità (la nota, il tono dominante
di una composizione) e il
modo. Non si tratta di un
metodo libero di
composizione, ma
piuttosto di una composizione che ubbidisce a regole ferree, la principale
delle quali è che nella serie non vi possono essere suoni uguali ripetuti ma
devono obbligatoriamente comparire tutti i dodici suoni della gamma cromatica.
All'inizio viene quindi stabilita una serie, per fissare l'ordine in cui le
note devono succedersi in quella determinata composizione. Queste serie
precostituite possono essere trasposte, rovesciate, proposte per un moto
retrogrado, variate nel ritmo ecc. e fornire così al compositore un materiale
ricco di possibilità costruttive. L’impiego della nuova tecnica rimase
inizialmente limitato alla cerchia della cosiddetta Scuola di Vienna - Schönberg e i suoi allievi, Berg e
Webern e pochi altri - ma a poco a poco fu accolto e sperimentato, sotto forme
diverse, da altri compositori tra cui lo stesso Igor Stravinskij e gli italiani Luigi
Dallapiccola (1904-1975)
e Luigi Nono (1924-1990).
Le
sue principali opere, oltre a diversi lieder e composizioni per piano, per coro, per
orchestra: Pelleas und
Melisande (1903),
composizione per orchestra; Pierrot
Lunaire (1912)composizione per voce, flauto piccolo, flauto,
clarinetto, clarinetto basso, violino, viola, violoncello e pianoforte), un ciclo basato su 21 poesie
ispirate alla celebre maschera francese in
cui il compositore introduce lo Sprechgesang,
il canto parlato dove l'esecutore non intona le parole, ma le declama con un
vago accento musicale; Moses
und Aron, opera lirica
incompiuta; Il sopravvissuto
di Varsavia, 1947 composizione per voce, coro, orchestra;
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.