mercoledì 16 dicembre 2015

CASTELLUCCI E IL MOSES DI SCHÖNBERG

RAPPORTO TRA IMMAGINE E SUONO NEL NUOVO TEATRO MUSICALE

MOSES UND ARON di  SCHÖNBERG
regia di ROMEO CASTELLUCCI ( Socìetas Raffello Sanzio) 
dal 17 ottobre al 9 novembre 2015 all’Opéra Bastille di Parigi
direttore d'orchestra:  Philippe Jordan,direttore stabile dell'Opéra di Parigi.


Si tratta di un'opera (per voci soliste multiple, cori multipli e orchestra) mai portata a termine da Schönberg,  iniziata nel 1930e lasciata incompiuta nel 1932: comprende infatti solo due atti completi e un intermezzo, mentre del terzo atto c'è solo il testo letterario senza musica. Andò in scena per la prima volta come opera nel 1957 a Zurigo. La regia di questa edizione all'Opéra Bastille di Parigi era inizialmente destinata a Patrice Chéreau, morto nel 2013, poi l'incarico è passato a Castellucci, autore nel gennaio 2015 del lavoro teatrale  Go Down Moses, con musiche di Scott Gibbons ( qui il titolo evocava il celebre canto  spiritual degli schiavi neri d’America, che si identificavano con il popolo ebraico, in quanto preveggenza del loro ritorno all’Africa). Qui la trama di Mose und Aron su wikipedia.



Leggi la recensione di Francesco Ceraolo su Alfabeta2.

Leggi qui la recensione di Attilo Scarpellini su Doppiozero


  Dice Castellucci che, per comprendere quest'opera, ha preso spunto dalle parole che Mosè pronuncia  alla fine dell'opera, quando si rende conto della sua mancanza di parole: O Wort, du Wort, das mir fehlt! O parola, parola che mi manca !   Questo il link,  se si vuole leggere o scaricare in pdf  tutto il libretto.  Secondo il regista i due fratelli, Mosè e Aronne,  sono le due facce di una medesima  persona spezzata in due:  Mosé a cui manca la parola e Aronne caratterizzato da una plètora di azioni. Terzo personaggio, fondamentale o forse unico grande personaggio di quest'opera il popolo di Israele, personificato nell'immenso coro, un popolo "sradicato", un popolo in uscita, in esodo, senza radici. 

 

Breve nota su Schönberg: compositore austriaco  di famiglia ebraica, poi naturalizzato statunitense, nacque a Vienna nel 1874 e nel 1933, quando i nazisti ascesero al potere, iniziò l'esperienza dell'esilio, dapprima a Parigi, poi a Boston e a New York e infine in California, dove si stabilì definitivamente. A Parigi si riavvicinò all'ebraismo (dal quale si era allontanato nel 1898 per convertirsi al protestantesimo) ed ebbe come testimone di tale riconversione il pittore di origine russa Marc Chagall. Morì a Los Angeles nel 1951. E' noto per essere stato l'inventore  nel 1923, del Metodo di composizione con dodici note, con cui l'autore ha infranto l'armonia tonale. Il serialismo o dodecafonia, come fu definito il nuovo metodo, parte da un presupposto abbastanza semplice: invece che su una sola tonalità, la composizione si sviluppa su una serie di toni. I dodici suoni della gamma cromatica (la scala cromatica  comprende i 12 semitoni tra una nota e l'altra, mentre la scala diatonica comprende solo le 7 note) vengono organizzati in una serie che, liberamente concepita dal compositore, costituisce la matrice dell’intera opera.  


La serie rappresenta dunque il principio ordinatore di tutta la costruzione musicale, così come un tempo lo erano la tonalità (la nota, il tono dominante di una composizione) e  il modo.  Non si tratta di un metodo libero  di composizione,   ma piuttosto di una composizione che ubbidisce a regole ferree, la principale delle quali è che nella serie non vi possono essere suoni uguali ripetuti ma devono obbligatoriamente comparire tutti i dodici suoni della gamma cromatica. All'inizio viene quindi stabilita una serie, per fissare l'ordine in cui le note devono succedersi in quella determinata composizione. Queste serie precostituite possono essere trasposte, rovesciate, proposte per un moto retrogrado, variate nel ritmo ecc. e fornire così al compositore un materiale ricco di possibilità costruttive. L’impiego della nuova tecnica rimase inizialmente limitato alla cerchia della cosiddetta Scuola di Vienna - Schönberg e i suoi allievi, Berg e Webern e pochi altri - ma a poco a poco fu accolto e sperimentato, sotto forme diverse, da altri compositori tra cui lo stesso Igor Stravinskij e gli italiani Luigi Dallapiccola (1904-1975) e Luigi Nono (1924-1990).

Le sue principali opere, oltre a diversi lieder e  composizioni per piano, per coro, per orchestra: Pelleas und Melisande (1903), composizione per orchestra;  Pierrot Lunaire (1912)composizione per voce, flauto piccolo, flauto, clarinetto, clarinetto basso, violino, viola, violoncello e pianoforte),  un ciclo basato su 21 poesie ispirate alla celebre maschera francese  in cui il compositore introduce lo Sprechgesang, il canto parlato dove l'esecutore non intona le parole, ma le declama con un vago accento musicale; Moses und Aron, opera lirica incompiuta; Il sopravvissuto di Varsavia, 1947 composizione per voce, coro, orchestra; 


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