giovedì 4 febbraio 2016

PARRENO E LE SUE MACCHINE CELIBI DI SU STRADA INDUSTRIALE


 
Cage-Cunningham, elementi di scena utilizzati nella performance  Walkaround time a Dancing Around the Bride nel 1968.

Ancora per pochi giorni, fino al 14 febbraio a Milano si può visitare Hypothesis, l' installazione su scala industriale che l'artista francese PHILIPPE PARRENO (Orano 1964) ha appositamente pensato con il curatore Andrea Lissoni per l'immensa e buia navata dell'Hangar Bicocca, dove negli anni '50 si costruivano le locomotive della Breda e che dal 2004 è stato riconvertito in spazio espositivo dall'ultimo proprietario, Pirelli3. Sul sito dell'Hangar Bicocca si può scaricare un librino in PDF con molte info sulla mostra.

 
Duchamp, La mariee...(Le grand Verre), 1915-1923

Citando le fonti della sua ipotesi, Parreno pone all'ingresso della sua mostra un insieme di elementi di scena pensili che l'artista nordamericano Jasper Johns aveva realizzato nel 1968 per una performance di Merce Cunningham, Walkaround time, con diversi parallelepipedi di plastica trasparente, recanti riproduzioni ingigantite da La Mariée mise à nu par ses célibataires, même (La Sposa messa a nudo dai suo scapoli, anche) nota anche come Il Grande Vetro, che Duchamp aveva realizzato tra il 1915 e il 1923.

Merce Cunningham, Walkaround time,1968

Se l'indicazione didascalica è esplicita e sembra a prima vista voler solleticare l'attenzione dei visitatori esperti sui capisaldi  dell'arte di prima metà del '900, pedagogicamente invitati a riconoscere  nella citazione la linea operativa franco americana Duchamp-Cage-Cunningham-Raushemberg,  in realtà uno sguardo più attento alla biografia dell'artista francese rivela che  in questo caso egli sta citando e riusando, come sovente nei suoi interventi espositivi, soprattutto sé stesso e i suoi lavori precedenti. Datata 2012 è infatti la sua mise-en-scène per la mostra Dancing Around the Bride,  con cui Parreno ha presentato al Philadelphia Museum of Art le opere di Cage, Cunningham, Johns, Raushemberg e Duchamp, in un inno alla trasparenza cristallina che intrecciava nell'opera d'arte, secondo  il paradigma della Sposa messa a nudo duchampiana,  la dimensione spazio-temporale, gli oggetti reali, l'inno all'elettricità e le diverse materie sonore. 















 

La performance di Cage-Cunningham Walkaround time a  Dancing Around the BridePhiladelphia Museum of Art, 2012

















 
Parreno, Dancing around the Bride, Marquee, Philadelphia Museum of Art, 2012

Già in quell'occasione comparivano infatti, insieme con le opere e performance degli artisti citati,  gli stessi elementi che si ritrovano  nell'installazione alla Bicocca, come i pianoforti, la partitura sonora complessa e  soprattutto le Marquees, ciascuna con un titolo diverso, scatole a forma di parallelepipedi complessi di plexiglass trasparenti con centinaia di lampadine che ricalcano le forme aggettanti delle pensiline luminose con cui si segnalavano nelle strade americane anni '50 gli ingressi dei cinema e dei teatri.  















Marcel Duchamp, Boîte en valise, 1935-41

L'allusione a Duchamp pertanto sembra essere indirizzata non solo al gioco di oggetti trasparenti del  Grande vetro, ma soprattutto alla sua Boîte en valise, (1935-41) la misteriosa scatola espositiva portatile nella quale il maestro dadaista francese  espatriato negli USA  riponeva-esponeva come in una antologica tutta la sua opera in scala ridotta. Ma qui Parreno espande la scatola  fino alle dimensioni di una strada, l'installazione Danny the street (Danny la Rue)  anch'essa già esposta  al Palais de Tokio nel 2013, nella quale immagina di fare passeggiare i visitatori, per invitare ciascuno di loro, individualmente,  a un andirivieni pensoso,  una flânerie che richiede continue soste, spostamenti, cammini a ritroso.  Il titolo  dell'installazione si riferisce a  Danny The Street, il duplice personaggio di fumetti  - creato da Grant Morrison e Brendan Mc Carthy della DC Comics  -  che è al tempo stesso un eroe  travestito e costantemente in  viaggio per aiutare i reietti della terra, ma  anche una strada senziente, capace di percorrere il mondo intero. 

Danny the Street è un gigantesco dispositivo scenico multimediale la cui partitura è scritta da suoni,  luci e immagini che occupano l'intero spazio dell'Hangar Bicocca e dove ciò che guida l'attenzione, dei visitatori  è principalmente il suono amplificato della partitura concepita da Parreno con Nicolas Becker insieme a diversi musicisti e artisti. Le persone possono infatti attraversare questo spazio-tempo spettacolare guidati dall'ascolto di suoni che, prodotti da due pianoforti e da diversi giganteschi altoparlanti dislocati lungo la strada, letteralmente si spostano da un punto a un altro della strada, mutandone continuamente il paesaggio sonoro. Fulmini, scrosci di cascate, e piogge torrenziali, telefoni che suonano a vuoto, voci umane modificate, musica techno e liquide sonate al pianoforte attirano lo sguardo verso le loro ipotetiche sorgenti imprendibili: diciannove Marquees  (comprese sedici Marquees già esposte al Palais de Tokio nella già citata mostra Danny la Rue nel 2013) infatti sovrastano lo sguardo, disposte in infilata autostradale a cinque metri d'altezza e con un numero pressochè infinito di lampade che si accendono a ritmo di danza, come veri personaggi di una coreografia, seguendo  il ritmo sonoro con giochi alternati di intermittenze luminose disegnate da luci calde di lampadine e luci fredde al neon.   
L'intermittenza metropolitana delle Marquees è arricchita da un ulteriore installazione dinamica luminosa, Another Day with Another Sun (2014) che Parreno ha realizzato con Liam Gillick, in cui un faro alogeno bianchissimo percorre su un carrello l'intero lato lungo della navata proiettando sul lato opposto le ombre cinesi simili a immense radiografie dei corpi celibi delle Marquees.  
Una piazzola, come una sorta di stazione contrassegnata da feltro nero a terra e sedili, è segnalata da un grande schermo dove sono proiettati in sequenza quattro film di Parreno: The Boy From Mars (2003), Invisibleboy (2010-2015), Marilyn (2012), The Crowd (2015) di cui vediamo qui sotto le still:





















Parreno, The boy from mars, still dal film (2003)

















    


Parreno, Invisibleboy,  still dal film(2010-2015)






Parreno, Marilyn, still dal film (2012)













Parreno, The crowd,  still dal film (2015) 

L'ultima delle Marquees, Marquee(2015)che chiude il percorso della strada, è uno schermo a LED di grandi dimensioni, che trasmette con i colori di una gigantesca televisione tre film di Parreno: 
Anywhere out of the world (2000), Alien season (2002), With a rhytmic instinction to be able to travel beyond existing forces of live (2014):

Anywhere out of the world (2000), opera realizzata con Pierre Huyghe, acquistando i diritti di un personaggio manga giapponese, che chiamano Annlee e che "offrono" ad altri artisti per farne realizzare diverse variazioni. 

Alien season (2002), che mostra il movimento rallentato di una seppia gigante del pacifico, la cui pelle si trasforma in base all'ambiente circostante. 
With a rhytmic instinction to be able to travel beyond existing forces of live (2014) dove centinaia di disegni di lucciole accendono le luci a led e la colonna sonora in una sequenza è calcolata secondo l'algoritmo del Gioco della Vita elaborato dal matematico inglese  John Conway.  















Parreno, Marquee 2015 























Parreno, Anywhere out of the world (2000) 





















 
Parreno, Alien season (2002)




Parreno, disegni per With a rhytmic instinction to be able to travel beyond existing forces of live (2014)


 



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